03 luglio 2020

Notre-Dame d'Afrique - Algeria




La basilica di Nostra Signora d'Africa (Notre-Dame d'Afrique) è una chiesa cattolica di Algeri, che ha la dignità di basilica minore dal 1876. La Storia di Nostra Signora d’Africa inizia nel 1846 con la devozione e il fervore di due donne pie, Anne Cinquin e Agarite Berger. In una piccola fessura di un albero mettono una statua della Vergine e, a lei, recitano il loro rosario. Iniziano ad unirsi sempre più persone, tanto che Mos. Pay, secondo vescovo di Algeri, decide di costruire una grotta artificiale dove collocare una statua chiamata ‘Stella del Mare’ o ‘Nostra Signora della Grotta’, che diventa ben presto luogo di preghiera.




Su richiesta delle sorelle del Sacro Cuore di Lione, che volevano un luogo adatto per la statua della ‘Vergine Fedele’, inviata in dono al vescovo Dupuch, mos. Pay decide di costruire una chiesa nel 1855. La statua cambia nome in ‘Madonna dell’Africa’. Si tratta di una statua in bronzo, copia di un’opera di Bouchardon, che, una volta riccamente vestita, dà l’idea di essere scura di pelle, per questo viene anche chiamata la  ‘Vergine nera’.




La costruzione della chiesa iniziò nel 1858, ma l’arcivescovo Pavy mori senza vederne il termine, per un infarto, nel 1866. I lavori verranno completati, sotto la supervisione dell’arcivescovo Lavigerie, nel 1872 e nello stesso anno verrà consacrata. Nel 1873 la gestione di questa nuova chiesa verrà affidata sia ai Missionari d’Africa (Padri Bianchi) che alle Suore missionarie (Suore Bianche). Dal 1897 al 1930 sarà in gestione del clero diocesano di Algeri e poi di nuovo ai Padri Bianchi. 




Racconta la storia di questa chiesa che trovandosi in cima a un promontorio alto 124 metri, i pellegrini scalavano la costa a piedi nudi recitando il rosario ad alta voce. I pescatori facevano benedire le reti e le donne musulmane inviavano invocazioni a ‘Lalla Meryem’ che in lingua berbera significa ‘Signora Maria’.
Le giovani spose cattoliche, e talvolta quelle ebree deponevano  la loro corona di fiori d’arancio in questo luogo. A questo luogo non è associato nessun miracolo ma solo il rilascio di numerosi schiavi cristiani, per intercessione della Vergine. 
Questo santuario rimane un luogo privilegiato per incontri, dialoghi e condivisione con i musulmani. 


La Basilica è stata fortemente danneggiata dal sisma del 2003 ed è rimasta chiusa fino al dicembre 2010. E’  stata classificata nella lista dei beni culturali algerini come monumento storico dal 2012.
Nell'abside semicircolare si trova un'iscrizione che recita: "Notre Dame d'Afrique priez pour nous et pour les Musulmans" (Nostra Signora d'Africa pregate per noi e per i Musulmani). L'invocazione, oltre che in francese, è riportata in arabo e in cabilo (un dialetto berbero). Il decoro in ceramica, sopra la statua della Vergine, è opera di un artista algerino musulmano, Mohamed Boumehdi, come pure gli ornamenti della statua in velluto blu, oro e argento sono realizzati da un maestro di Tlemcen. 





In Francia, e precisamente a Théoule-sur-Mer in Costa Azzurra, esiste una replica simile a quella della Basilica di Nostra Signora d’Africa ad Algeri, alta 12 metri, in omaggio ai civili uccisi durante la guerra algerina del 1830. La statua della Vergine Nera sorge su una collina, raggiungibile dopo un sentiero, in uno scenario incantevole con, come sfondo, le rocce rosso vivo che scorrono nel blu del Mediterraneo. Ogni anno si commemorano le vittime con una processione dove partecipano personalità militari e religiose.





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