02 luglio 2020

La Cappella Palatina di Palermo




E’ un gioiello nascosto in uno scrigno, per trovarla infatti bisogna entrare dentro il Palazzo Reale di Palermo, oggi noto come Palazzo dei Normanni e dedicato a San Pietro, e salire al primo piano. La piccola Cappella Palatina è un capolavoro dell’arte antica, in stile gotico-normanno, ed è stata costruita nel 1132 per volere di Ruggero II d’Altavilla, primo re normanno di Sicilia che la utilizzò come cappella privata dalla sua consacrazione nel 1140. 




La sua bellezza è concentrata in un piccolo spazio di 33 metri per 13, ma appare finemente decorata con mosaici in stile bizantino nella cupola, nel transetto e nelle absidi, nonché nelle navate. Dio è luce e non a caso la scelta del colore e del materiale principale è proprio l’oro. Viene raffigurato il Cristo Pantocratore, gli apostoli e una lunga serie di scene dell’Antico e Nuovo Testamento, a cominciare dalla creazione del mondo e da Adamo ed Eva. Rappresenta un vera e propria Bibbia illustrata dell’antichità, di facile lettura e comprensione per tutti coloro che non potevano contare su un’istruzione minima. 




Unico al mondo e di notevole importanza e pregio è il suo soffitto riccamente decorato con fatimita e muqarnas (stalattiti o alveoli). Questa struttura autoreggente è costituita da ben 750 tavolette indipendenti e molto sottili di abete dei nebrodi. E’ la rappresentazione del paradiso coranico, in sostanza di tutti i piacere dei sensi e dello spirito che attendono i credenti: alberi, pavoni, uomini nell'atto di mangiare o andare a caccia ma anche suonatori; scene indubbiamente appartenenti a quella iconografia profana islamica che simboleggiava l’augurio di una vita felice dopo la morte. 
Purtroppo non sappiamo nulla di tutti gli artisti che hanno lavorato con pazienza e fatica alla realizzazione di questa opera, ma qui artigiani arabi normanni e bizantini, molti sicuramente provenienti dal Nord Africa,  diedero vita a un capolavoro, a un’unione tra due mondi distinti ma simili, grazie alla politica di tolleranza di Ruggero II. 




Guy de Maupassant rimase ammirato e commosso alla visione di quest’opera, tanto da parlarne ne ‘La vie errante’ definendola la cappella più bella che esista al mondo, un sorprendente gioiello religioso sognato dal pensiero umano ed eseguito da mani d'artista, un meraviglioso insieme che rende unico questo capolavoro divino, non visibile in nessun’altra parte del mondo. 




Solo dal 3 luglio 2015 è Patrimonio dell'umanità (Unesco) nell'ambito dell'Itinerario Arabo-Normanno di Palermo, Cefalù e Monreale. 





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