10 giugno 2020

Il monastero di Voronet - Romania


Il monastero di Voronet è un noto monastero dipinto in stile moldavo che si trova vicino alla città di Gura Humorului,  a soli 36 km dalla città di Suceava. Rappresenta uno dei luoghi più famosi di culto e di interesse turistico, che attira ogni anno moltissimi turisti da tutto il mondo. Dal 1993 fa parte dell’Unesco come patrimonio dell’umanità.





Fu costruito, sulle rovine di una vecchia chiesa in stile modalvo distrutta da un incedio, in un tempo molto breve, dal 26 maggio al 14 settembre del 1488 su ordine di Stefano cel Mare (Stefano il Grande) per celebrare la sua vittoria del 1475 contro i turchi.
I dipinti interni risalgono al periodo in cui Stefan Cel Mare era principe di Moldavia, cioè agli anni 90 del ‘400 e sono molto apprezzate le scene dell’altare e del naos, dove le immagini donano un perfetto senso teologico, essendo solenni e vistosamente monumentali.
Nel 1547 il metropolita Grigorie Roșca ordinò l’aggiunta di un atrio e di numerosi affreschi esterni, che la tradizione attribuisce principalmente al ieromonaco Gaurila.
Gli affreschi, ricchi di dettagli, rappresentano scene bibliche, tra cui il meraviglioso Giudizio Universale, la Genesi, preghiere e inni sacri. Nell’albero di Gesù, o albero di Jasse, si possono scorgere i ritratti di antichi filosofi grechi tra cui Aristotele e Platone.

Maria Santissima è rappresentata varie volte e in punti significativi, tuttavia le pitture rappresentano un ciclo catechetico completo, sia dal punto di vista biblico che devozionale e anche storico, perché raffigurano i santi principali e gli episodi più importanti dell'epica lotta contro i turchi.  Fra le tante rappresentazioni della Vergine, nell'interno campeggia, sopra la porta del pronao, una meravigliosa Madonna della Misericordia con il Bambino sulle braccia e ai lati, sul fondo azzurro e tra stelle, due angeli oranti. Gli affreschi, oltre la Vergine, raffigurano tutta una serie di immagini, desunte dalla Bibbia, dalla pietà popolare e dalla storia, con particolare rilievo di quella che riguarda l'eroica lotta contro i Turchi





Il famoso Giudizio Universale, forse dipinto dal pittore moldavo Marcu, è comparabile per monumentalità e per la forza espressiva, ai massimi capolavori della pittura occidentale. L’opera è disposta in 5 registri: nel primo troviamo al centro il Dio Padre portato dagli angeli e altri angeli che arrotolano il Velo del Tempo, a significare la fine del mondo. Il tempo è rappresentato dai segni zodiacali. Nel secondo registro è raffigurata la glorificazione di Cristo con ai lati la Vergine Maria e il Battista, e sei apostoli per parte. Ai piedi del Cristo sgorga il fiume di fuoco. Il terzo registro raffigura la preparazione del trono del Giudizio con a sinistra gli eletti (vescovi, profeti, martiri e giusti) guidati da San Paolo e a destra i dannati, guidati da Mosè con le Tavole della Legge. Tra i dannati riconosciamo i Turchi. Nel quarto e quinto registro è raffigurata la lotta tra gli angeli e i demoni e la Gheenna nella quale sono immersi i dannati. A sinistra le schiere degli eletti con il re Davide che suona la cobza, strumento popolare rumeno, e destra la resurrezione dei morti. Gli angeli, per iniziare la resurrezione suonano un altro strumento popolare rumeno, il bucium.

Nella parete settentrionale, molto danneggiata, è rappresentata la Creazione dov’è raffigurata una scena tratta da una leggenda popolare che racconta del patto tra Adamo e il diavolo per poter coltivare la terra di questi in cambio delle anime dei discendenti, patto poi annullato, secondo la leggenda, da Cristo. Sul contrafforte a destra vediamo la Scala Celeste, altro elemento tratto dalla leggenda popolare.
Nella parete meridionale è rappresentato l’Albero di Jesse. Si tratta di una grandiosa composizione su fondo blu, divisa in otto registri, con circa 100 figure avvolte da fiori stilizzati, di grande ricchezza creativa. In alto osserviamo le scene della vita di San Nicola, attorno alla finestra gotica, invece, scene della vita di San Giovanni Nuovo, ricche di particolari popolareschi.
Il colore dominante è il blu (o azzurro) di Voronet, un colore particolare che, chimicamente, non è stato ancora riprodotto. La sua tonalità varia a seconda del grado di umidità dell’atmosfera e resiste al passare del tempo.






Attualmente del complesso monasteriale è rimasta solo la piccola chiesa, che viene spesso definita la cappella Sistina d’Oriente, grazie al suo principale affresco che raffigura il Giudizio universale.
Neppure l’arredamento è quello originario, in parte conservato in musei, in parte realizzato o sostituito in epoche successive. Lo stile moldavo rappresenta una sintesi tra elementi bizantini e gotici. Sono gotiche sicuramente le finestre, le porte e lo slancio verticale. Di tipo bizantino è invece la decorazione e l’orizzontalità dell’edificio. La chiesa è uno dei pochi edifici che, in buona misura, presentano tuttora un’architettura religiosa tipicamente moldava del XV secolo.

Il santo patrono del monastero è San Giorgio. Tra le persone sepolte ricordiamo l'eremita ortodosso rumeno Daniil Sihastrul canonizzato dalla Chiesa ortodossa rumena nella riunione del 20-21 giugno 1992. 


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