La Chiesa Copta di San Samaan si trova sulla collina di Mokattam, nella periferia del Cairo, in Egitto. Secondo la leggenda questo luogo è legato alla figura di San Simeone il conciatore, o il calzolaio, santo venerato dalla chiesa cristiana ortodossa copta. Mokattam, o come scritto in arabo Muqattam, significa ‘tagliato’ o ‘interrotto’ e si riferisce, probabilmente, alla forma particolare di queste colline che sembrano tagliate. Per i musulmani il nome potrebbe avere avuto origine da un eroe musulmano, ma per i cristiani copti quel nome riporta a un’epoca molto lontana nel tempo, al X secolo, quando in Egitto regnava il califfo al-Muizz e Abramo il siriano era il papa della Chiesa copta ortodossa di Alessandria.
Il califfo Al-Muizz si interessava molto di dispute religiose e riuniva intorno a sé religiosi musulmani, cristiani ed ebrei per assistere al dibattito sui temi della fede. Il rappresentate ebreo Ya'qub ibn Yusuf ibn Killis suggerì al califfo di mettere alla prova i cristiani, in relazione a un versetto del Vangelo di San Matteo (17,20): ‘In verità vi dico: se avrete fede pari a un granellino di senapa, potrete dire a questo monte: spostati da qui a là, ed esso si sposterà, e niente vi sarà impossibile.’
Il califfo mandò a chiamare Abramo il siriano affinché provasse se le parole di Gesù erano vere e la religione cristiana corretta, spostando la collina di Mokattam più a est, per permettere alla città del Cairo di espandersi. In caso di fallimento dell’opera i cristiani potevano scegliere tra convertirsi all’Islam o lasciare l’Egitto. Abramo il siriano chiese un periodo di tre giorni per riflettere sul da farsi e, nel frattempo, radunò tutta la popolazione copta in preghiera e in digiuno. Fu al terzo giorno che gli apparve in sogno la Vergine Maria e gli diede le indicazioni per trovare ‘l’uomo cieco da un occhio che portava una borraccia d’acqua.’ Quest’uomo avrebbe compiuto il miracolo.
L’uomo del miracolo era Simeone il conciatore, un uomo umile che lavorava molto e ogni giorno, prima di recarsi alla sua bottega, riempiva la borraccia con l’acqua da dare agli anziani o agli ammalati che non potevano abbeverarsi. Non aveva più l’occhio destro: egli stesso se lo cavò quando una donna entrò nel suo negozio e non poté fare a meno di guardarla con cupidigia, seguendo alla lettera il comandamento del Signore: ‘Io, però vi dico: tutti coloro che guardano una donna con libidine, commettono già adulterio, nel proprio cuore. Nel caso che il tuo occhio destro ti porti a peccare, strappalo e gettalo lontano da te, perché è preferibile perdere una delle tue membra, che tutto il corpo venga gettato nell'inferno.’ (Mt 5, 28-29).
Era un uomo pio, che viveva con il necessario per mantenersi in vita, che distribuiva alimenti agli eremiti e passava le notti in preghiera, la cui esistenza sarebbe stata dimenticata se non fosse stato scelto da Dio per compiere il miracolo. Quando il patriarca gli spiegò l’incarico rispose: ‘Perdono, Padre, sono appena un peccatore’, ma poi si sottomise al volere della Vergine Maria di portare a termine questo difficile compito.
Il Patriarca con i fedeli, Simeone e il Califfo seguito dai suoi uomini si riunirono tutti sulla collina e già dal primo segno della croce la terra iniziò a tremare. La collina si sollevò e dopo ritornò al punto di partenza, e fu così ad ogni segno della croce, per ben tre volte. Il Califfo gridò ‘Dio è grande, che il suo nome sia benedetto e lodato’, poi supplicò Abramo il siriano di finirla con quel prodigio e gli concesse il diritto di rimanere in Egitto, autorizzandolo a ricostruire e restaurare numerose chiese, mentre Simeone sparì e non si sentì più parlare di lui.
Nel 1969 sulla collina vennero raccolti tutti gli straccivendoli del Cairo, chiamati i ‘zabeleen’, a maggioranza di religione copta (circa un 90%). Negli anni ’70 fu eretta la chiesa di San Simeone (San Samaan) per servire questa comunità, dapprima costruita con materiali poveri, in stagno, poi riedificata con in mattoni. Nel 1991 fu ritrovato uno scheletro nell’antica chiesa di Santa Maria in Babilonia El-Drag, attribuito a San Simeone, di cui una reliquia è conservata qui a Mokattam nella chiesa a lui dedicata. Oggi questa comunità conta circa 20/30.000 persone su un totale sparso intorno al Cairo di 60.000 zabeleen.
Per arrivare alla chiesa bisogna passare attraverso ‘la porta dell’inferno’, la ‘Garbage City’, dove gli abitanti sono specializzati nella raccolta dei rifiuti prodotta dai circa 20 milioni di abitanti del Cairo. Le donne e i bambini fanno il lavoro più sporco, quello della separazione dell’immondizia prodotta dai ristoranti mentre gli uomini separano plastica e metalli, che una volta lavorati saranno rivenduti. L’aria è irrespirabile, sia per le polveri dei macchinari impiegati, sia perché tutto quello che non si può recuperare viene bruciato a cielo aperto.
La Chiesa, un’oasi spettacolare di isolamento dall’immondizia, è stata adattata in una grotta naturale, che può ospitare fino a 20.000 persone. Le pareti della roccia, lungo tutta la salita, sono incise e raffigurano episodi biblici. Ogni anno la parete si arricchisce di nuove sculture, grazie a uno scultore che vive in zona e dedica la sua vita alla chiesa.